martedì 26 ottobre 2010

In quali casi si concede l’asilo politico?

Alle persone che nel proprio Paese d’origine hanno subìto o rischiano di subire persecuzioni (come torture fisiche o psicologiche, o pene ingiuste) per motivi di razza, religione, appartenenza a un gruppo sociale o politico.
L’asilo è concesso in base all’articolo 1 della Convenzione di Ginevra del 1951, che vede anche l’Italia tra i firmatari. Quando una persona scappa dal proprio Paese per questi motivi e arriva al confine italiano, per ottenere asilo deve subito chiedere lo status di rifugiato alla polizia di frontiera. La sua domanda, valutata da un’apposita commissione territoriale, per essere accolta deve essere ben motivata e, nei limiti del possibile, documentata. Il richiedente deve cioè fornire precise indicazioni sulle violenze subìte o sulle minacce ricevute, e possibilmente perizie mediche o psichiatriche che lo riguardano.

Dati. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) nel 2008 in Italia sono state presentate quasi 31mila domande d’asilo, soprattutto da cittadini nigeriani (18%) seguiti da somali (15%), eritrei (9%) e afgani (8%). Gli accolti sono stati solo il 8%: al 34% è stata concessa la protezione umanitaria (cioè uno speciale permesso di soggiorno per tanto di soggiorno per motivi umanitari). Guarda i dati completi.

Porte chiuse. Per quanto riguarda il numero di rifugiati, l'Italia presenta cifre molto basse rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi. A titolo di comparazione, la Germania accoglie circa 580mila rifugiati ed il Regno Unito circa 290mila, mentre i Paesi Bassi e la Francia ne ospitano rispettivamente 80mila e 160mila. Attualmente i rifugiati in Italia sono 47mila
In Danimarca, Paesi Bassi e Svezia i rifugiati sono tra i 4,2 e gli 8,5 ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, nel Regno Unito quasi 5, mentre in Italia appena 0,7, ovvero 1 ogni 1.500 abitanti.

Siamo il fanalino di coda dell’Europa. Nonostante i cambiamenti intervenuti, per regolare l'intera materia d'asilo e apportare un miglioramento sostanziale alla situazione dei rifugiati e richiedenti asilo, si vede sempre più necessaria una legge organica – l’Italia è ancora l’unico tra i paesi dell’Unione Europea a non averne una - che garantisca a quanti chiedono protezione in Italia l’accesso ad un sistema strutturato e funzionale per la loro protezione, assistenza ed integrazione, e che riduca le difficoltà operative per le amministrazioni locali, il volontariato, le forze di polizia e tutti gli operatori del settore.

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