giovedì 4 novembre 2010

La Sardegna di Marco

Quando il mio caro amico Alberto ed io, nel giugno del 2001, abbiamo deciso di fare questo viaggio in Sardegna, eravamo combattuti sulla parte da visitare, visto che volevamo fare una viaggio originale e vedere una Sardegna nuova. La Sardegna è un’isola ricca di contrasti, in pochi km si passa da aree turistiche affollate e mondane a zone isolate ed affascinanti. Decidiamo cosi di vedere la costa che si affaccia ad occidente e che guarda la Spagna, una zona ancora poco turistica, lontana dalla Costa Smeralda e dai suoi yacht, e forse proprio per questo una costa tutta da vedere e da scoprire.
Decisa la destinazione, e deciso come periodo fine giugno (non senza qualche problema) per evitare le vagonate di turisti, scegliamo come mezzo di trasporto l’automobile ed in particolare un fuoristrada; sia per essere indipendenti e per raggiungere zone un po’ fuori dagli itinerari e sia per avere, in caso di necessità, un posto in più dove passare la notte (abbiamo intanto già provveduto a portarci una bella tenda).
Il nostro viaggio comincia il giorno 25 giugno sul volo Napoli - Alghero, dove arriviamo nel pomeriggio e, affittato il famoso fuoristrada, andiamo verso Porto Torres dove, in un campeggio di Platamona, passiamo la prima notte. Porto Torres non è proprio quella che definirei una meta turistica, ha un grande porto e una immensa zona industriale e, per trovare qualche servizio turistico, bisogna andare appunto a Platamona che ha invece una discreta spiaggia immersa tra i pini e gli eucalipti.
Il 26, già verso le 8, siamo alla volta di Stintino, per imbarcarci per l’isola dell’Asinara. La strada è isolata ma particolare e scorre in mezzo ad un paesaggio fatto di basse colline interrotte qua e là da stagni e laghetti. Dopo un’oretta arriviamo al paese di Stintino e da qui partiamo per una visita guidata per l’Asinara. L’isola, da sempre chiamata l’isola del diavolo, fino al 97 era una colonia penale col famoso supercarcere e non era visitabile poi, divenuta parco nazionale e riserva della biosfera, è stata resa visitabile solo su prenotazione (che abbiamo provveduto a fare con largo anticipo) e a non più di 300 persone al giorno. Partiti verso le 10 dopo un’ora arriviamo allo scalo di Fornelli e cominciamo la scoperta dell’isola. A me e Alberto sembra di essere stati catapultati indietro nel tempo, il posto che ci circonda è affascinante, arso dal sole, pieno dei profumi e dei colori della macchia mediterranea che qui è padrona delle colline e delle vallate. Siamo in esplorazione da poco, e subito ci fermiamo sulla Punta Maestra dove godiamo di una vista spettacolare di Stintino e della Pelosa, poi scendiamo verso Cala Sgombro di Dentro dove sostiamo per un po’. Il posto è assolutamente fantastico, riparato dai venti che qui soffiano di continuo, con un’acqua cristallina e calma, ma quello che ci sorprende è il silenzio e l’atmosfera di pace che si respira. Dopo un’ora, proseguiamo verso La Reale e poi verso Cala d’Oliva dove sostiamo per il pranzo. La caletta, molto selvaggia, è attrezzata con alcuni ristoranti ed alloggi e pensiamo che sarebbe stato davvero emozionante poter passare la notte sull’isola, senza niente e nessuno ma poi, dopo aver visto una simpatica colonia di asinelli albini, ci prepariamo a rientrare. I panorami che scopriamo lungo la strada sono tutti molto aspri e pieni di fascino, battuti dal vento e soprattutto senza insediamenti umani. Torniamo a Stintino e facciamo un giro per il paesino che al contrario di insediamenti umani ne ha ma sono ancora accettabili, c’è un bel porticciolo turistico e peschereccio alla fine di un piccolo fiordo ed un centro accogliente e curato ma si è fatto pomeriggio e non siamo riusciti a trovare una sistemazione economica per la notte e cosi, dopo una cena veloce, pernottiamo nel fuoristrada.
Il giorno 27 giugno, fatta una buona colazione al bar, ci avviamo verso la spiaggia della Pelosa. Dopo pochi minuti, superata una collina, la vista che ci appare è di quelle forti, con una ondulata striscia di sabbia bianchissima, un mare dai colori tropicali e con sullo sfondo l’Asinara; peccato solo per quei villaggi costruiti sulla collinetta retrostante …ma … dico proprio lì dovevate metterli??? Comunque siamo a fine giugno ed il posto è quasi vuoto, quindi più godibile e noi ce lo godiamo alla grande fino al pomeriggio. La spiaggia è bellissima, l’acqua è calda e cristallina il sole già scotta ma si fa piacere, dopo un panino lasciamo questo idillio ed andiamo a visitare Capo Falcone con le sue alte rocce a picco sul mare e la omonima torre risalente all’epoca spagnola da dove si gode una splendida vista, per poi tornare a Stintino, superarlo ed arrivare alla spiaggia delle Saline altra meta da non perdere con un acqua sempre calma e dai colori caraibici. Al crepuscolo il posto è semivuoto ci sono alcune tende e cosi, pur non sapendo se è permesso o meno, montiamo la tenda tra la macchia e pernottiamo (tanto non diamo fastidio a nessuno).
La mattina del 28, continuiamo il nostro itinerario ed andiamo a Cala Coscia di Donna. La strada in terra battuta è quasi nascosta ma, dopo poco, arriviamo in un luogo molto affascinante, battuto da un forte vento, a picco su un mare blu. Posata l’auto facciamo un giro della zona, scattiamo qualche foto ed arriviamo giù fino al mare dove, tra un tuffo dagli scogli (il sottoscritto si “sfregia” anche un piede) e una tintarella, aspettiamo il pomeriggio per spostarci verso sud ed arriviamo al borgo di Casteddu un pittoresco paesino con 4 case (proprio 4!!) troviamo un’affittacamere in una specie di agriturismo dove mangiamo e pernottiamo.
Il giorno 29, proseguendo sempre verso sud, tra paesaggi aspri e quasi incontaminati, arriviamo a Lu Nibaru dove lasciamo l’auto per proseguire a piedi fino alla fantastica spiaggia di Rena Maiore. La spiaggia è accessibile solo a piedi o via mare e conserva un fascino selvaggio e incontaminato ed è incorniciata in uno splendido anfiteatro naturale di colline e rocce, l’acqua è un po’ fredda ma limpidissima ed il fondale è molto roccioso ed un bagno qui è una cosa da godersi assolutamente, poi torniamo alla macchina e proseguiamo fino ad Argentiera. Argentiera è un borgo costruito vicino una vecchia miniera d’argento in disuso e negli ultimi anni ha visto un po’ accrescere il suo sviluppo turistico. Qui la costa è molto frastagliata ed accessibile in pochi punti e solo a piedi o via mare e proprio per questo conserva ancora un fascino difficile da trovare altrove. Cala dell’Argentiera è la spiaggia più frequentata, è molto bella con un’acqua verde dai fondali rocciosi ricchi di polpi. Al tramonto decidiamo di fare una passeggiata alla Punta dell’Argentiera dove si arriva dopo una bella passeggiata per una mulattiera. La vista qui è fantastica !! e Capo Caccia al tramonto è davvero da non perdere. A sera siamo verso Porto Ferro dove arriviamo dopo mezz’ora circa e pernottiamo al campeggio Baia Serena (abbastanza dimesso direi).

Il giorno 30 visitiamo a piedi la grande baia di Porto Ferro chiamata cosi per la sabbia color giallo-arancio. La zona è caratterizzata dalla presenza di 2 belle torri medioevali spagnole, la Torre Bianca e la Torre Negra dove, tra un bagno e l’altro, andiamo a fare un giro. Specialmente dalla Torre Negra la vista è bellissima e si ha sott’occhio tutta la baia. Nel pomeriggio ci sollazziamo al sole della spiaggia che, quasi vuota, è popolata da tanti uccelli. All’imbrunire ci spostiamo in fuoristrada verso Torre di Porticciolo dove pernottiamo al campeggio omonimo, stavolta molto carino e pieno di tedeschi.
La mattina del 1 luglio siamo pronti per visitare Capo Caccia e la Grotta di Nettuno. In auto arriviamo fino a dopo Tramariglio paese molto carino, per poi proseguire a piedi fino all’imbocco della Scala del Capriolo (Escala del Cabirol) detta cosi per la notevole pericolosità e pendenza a picco sul mare. Il rischio corso, vale di sicuro la pena perché la Grotta di Nettuno è uno spettacolo naturale che ha pochi eguali al mondo,ed è assolutamente strabiliante e da non perdere (noi arriviamo fino in fondo, alla stanza dell’organo e al palco della musica).

Tornati sulla vetta del promontorio non senza difficoltà (la scalinata bisogna anche risalirla!!) siamo in auto verso Porto Conte, una splendida baia a nord di Capo Caccia molto riparata, verdeggiante e gia turisticamente più sfruttata rispetto alle zone viste nei giorni scorsi, passiamo per Maristella e Torre Nuova, per proseguire verso la spiaggia delle Bombarde alle porte di Alghero. La spiaggia è tra le più note e frequentate della costa ed è molto bella con una sabbia bianchissima e soffice ed un’acqua limpida e fresca. Poltriamo qui fino a sera e poi ci spostiamo alla vicina Alghero dove troviamo una bella stanza sul lungomare.
Il 2 luglio siamo ad Alghero che, chiamata da Carlo V “bonita e bien asentada”, è una cittadina graziosa ed accogliente, piena di verde e con un centro storico risalente al medioevo cinto da mura e torri. La cittadina è anche molto frequentata specie in piazza Sulis sotto l’omonima torre ed ha una bella cattedrale tardo-gotica con portale e sagrestia molto interessanti. La nostra sosta qui ad Alghero è davvero piacevole e la mattina andiamo a fare un bel bagno al Lido San Giovanni spiaggia vasta, piacevole e già abbastanza frequentata specie da ragazzi. Il pomeriggio facciamo un altro giro del centro e poi cena veloce in uno dei tanti ristoranti e a letto presto.

Il giorno 3 partiamo, di buon mattino, ancora verso sud e affrontiamo il tratto di costa forse più selvaggio e affascinante dell’intera Sardegna, quello che arriva fino a Bosa e poi fino ad Oristano. La strada è bella ma impegnativa e la prima sosta è a Cala Speranza, un’aspra caletta con una spiaggia deserta (non c’è proprio nessuno!!) e l’immancabile torretta spagnola. Il tempo di un tuffo e via verso Capo Marargiu dove, attraverso panorami incontaminati di grande bellezza, arriviamo dopo 40 min. circa. Per visitare il capo e le calette deserte si deve lasciare l’auto sulla strada e affrontare una bella passeggiata di un paio di km non agevole. Ma noi siamo giovani e determinati… e cosi, dopo 2 ore, arriviamo fin giù a Porto Baosu una baia rocciosa e isolata con un acqua dai colori fantastici. Ci riposiamo e consumiamo un panino,  facciamo bagni a profusione e poi…risaliamo (ahiii) per arrivare, dopo 3 ore tra sassi, rocce, boschi e isolate fattorie, alla macchina. Dopo un’oretta arriviamo a Bosa dove troviamo una stanza e, distrutti, ci abbattiamo sul letto.

4 luglio siamo a Bosa graziosa cittadina antica, adagiata su un colle ai piedi del bellissimo Castello di Serravalle con una parte turistica sul mare. Un giro per il caratteristico centro pieno di strette viuzze e affascinanti scorci, è da non perdere cosi come la visita al porto antico e a Sas Conzas, meno interessante, secondo noi, invece la spiaggia. A pranzo ci concediamo un ristorante molto caratteristico vicino alla  graziosa cattedrale. Nel pomeriggio poi, andiamo al porto dove decidiamo di fare un giro in barca risalendo la splendida costa verso nord. Costeggiamo cosi la costa intatta e affascinante fino a Torre argentina, l’isolotto Managu e Porto Managu una splendida baia dove sostiamo per un po’. Il paesaggio qui è davvero eccezionale mi ricorda un po’ i golfi deserti della Baja California. Verso le 20 siamo di nuovo a Bosa.
Giorno 5 luglio, il viaggio prosegue sempre verso sud ma prima facciamo una deviazione a Punta Foghe, una spiaggia sabbiosa e deserta assai invitante. Cosi passiamo la mattinata tra un sole e un mare bellissimi per arrivare al pomeriggio a Santa Caterina di Pittinuri. Il paesino di S. Caterina, si trova in una caletta di grande bellezza come bello è anche l’insediamento di S’Archittu con scogliere monolitiche lisce e bianche (bello l’arco naturale da cui il nome) che, presso la foce del Rio Sa Ide, dipingono un paesaggio incantevole assolutamente da vedere. Anche oggi, non troviamo alloggi convenienti ma poco male, pernottiamo nel fuoristrada.
Oggi 6 luglio, di mattina presto, lasciamo S. Caterina per andare verso la zona del Sinis una vasta pianura a nord di Oristano ricca di stagni, spiagge e bei paesaggi. Subito sostiamo a Is Arenas una vastissima spiaggia con alle spalle colline brulle e dune sabbiose di grande bellezza. L’acqua è ancora un po’ freddina ma limpidissima. Poi verso pranzo sostiamo a  Putzu Idu uno dei paesini di pescatori della zona che ora stanno diventando località frequentate anche da turisti. Da qui, prendiamo un gozzo per visitare quel gioiello naturale che è l’Isola di Mal di Ventre. Dopo poco arriviamo a Cala Nuraghe assolutamente fantastica con acqua limpidissima e paesaggio deserto ed incantevole, poi andiamo a Cala Pastori altro posto bellissimo dove la sabbia granulosa (è quarzo) e rosata dona al mare colori incredibili; qui facciamo anche una veloce visita agli splendidi fondali. Davvero un posto stupendo Mal di Ventre per chi ama scenari incontaminati (come me e Alberto) e speriamo che resti sempre cosi. Tornati nel pomeriggio, proseguiamo verso la spiaggia di Is Arutas altro grande arenile bellissimo e deserto (almeno a inizio luglio) con sabbia granulosa e acqua verde-turchese. S’è fatto abbastanza tardi e, tra un bagno e un giro delle colline, arriviamo al camping Is Aruttas giusto in tempo per pernottare.
La mattina del 7 luglio siamo già pronti per proseguire e, lasciata la costa, arriviamo al colorato paesino di San Salvatore per visitare le rovine fenicie di Tharros. L’interessante sito archeologico, che fu anche un importante porto cartaginese, sorge in una splendida posizione vicino capo San Marco su un lembo di terra circondato dal mare. Nel pomeriggio, tornando nell’interno, visitiamo il piccolo paesino di San Giovanni in Sinis con la chiesetta bianca omonima dalla originale architettura, un vecchio villaggio di pescatori fatto di tronchi, giunchi e fascine e costeggiamo lo stagno di Cabras popolato da tanti uccelli di vario genere. Verso sera arriviamo verso Oristano meta finale del nostro viaggio e troviamo posto al camping Torre Grande dove passiamo la notte.


8 luglio oggi è il nostro ultimo giorno in Sardegna ed io ed Alberto lo passiamo ad Oristano    una cittadina abbastanza interessante con un centro tranquillo dove pranziamo a base di pesce e parliamo di questa esperienza fatta insieme, di come questa Sardegna diversa, visitata in un periodo ancora poco affollato, ci abbia conquistato al 100%,parliamo delle spiagge di Stintino, di quanto siano belli i paesaggi ancora incontaminati dell’Asinara e della costa tra Alghero e Bosa e di quel paradiso che è la quasi sconosciuta (e speriamo vivamente che continui a esserlo) isola di Mal di Ventre. Poi dopo ora di pranzo siamo in auto destinazione Alghero-Fertilia da dove, nel pomeriggio, parte l’aereo che ci riporterà a Napoli.
 

                                 Ciao a tutti e buon viaggio !!!     

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