giovedì 2 dicembre 2010

Carlo Goldoni

  • Il mondo è un bellissimo libro, che tutti potrebbero leggere anche a piccole dosi.
  • Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere. (La Pamela)
  • Io son chi sono. (Il marchese, da La locandiera)
  • Ero avvocato; ero stato presentato al tribunale: si trattava ora di trovare i clienti. Tutti i giorni andavo al palazzo per vedere arringare i maestri in quell'arte e, intanto, mi guardavo bene attorno, sperando che il mio aspetto potesse risultare gradevole a qualche difensore il quale decidesse così di affidarmi una causa in appello. Infatti un avvocato novello non può brillare e farsi onore nei tribunali di prima istanza; solo nelle corti superiori si può fare sfoggio della propria scienza, della propria eloquenza, della propria voce e della propria abilità: quattro mezzi tutti ugualmente necessari affinché un avvocato, a Venezia, sia di primo rango. (Memorie)
  • Oh bella! Ghe n'è tanti che cerca un padron, e mi ghe n'ho trovà do. Come diavol oia da far? Tutti do no li posso servir. No? E perché no? (Il servitore di due Padroni)
  • Le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorir cento.
  • Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. (La locandiera)
  • Le astuzie delle donne in genere si moltiplicano e si perfezionano coi loro anni.
  • Tutti cercan di fare quello che fanno gli altri. Una volta correva l'acquavite, adesso è in voga il caffè. (La bottega del caffè)

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